NUOVO BLOG LIBERACRONACA2 da Italia bene comune di pochi n. 2938 del 21 e 22 ottobre 2019

LIBERO FOGLIO ONLINE

del

COMUNE DI STAZZEMA E DELL’ALTA VERSILIA

“Storia, Arte, Tradizione, Politica, Informazione”

Dal numero 1536 qualunque e-mail pubblicata sul blog liberacronaca2 sarà seguita da nome, cognome del soggetto che l’ha inviata e da questa

PRECISAZIONE:

IL BLOG non si assume nessuna responsabilità in ordine alla veridicità delle comunicazioni.

Ciò non ci esime eventualmente dall’ intervenire su quanto riteniamo pregiudizievole.

E’ assicurato il diritto di replicare.

Evitare le offese, il turpiloquio, le ingiurie alla razza/sesso/religione e il ricorso al linguaggio che violi la legge italiana, istighi a delinquere, alla violenza, alla diffamazione, ecc…

CIO’ PREMESSO,

il blog liberacroanaca2 non potrà essere ritenuto responsabile per eventuali commenti lesivi dei diritti di terzi.

NB:

Qualora il giornaliero link di Libera Cronaca che inviamo non giunga a destinazione, si può accedere al blog attraverso Google scrivendo  semplicemente liberacronaca2 unitamente alla data e poi cliccare.

Blogger Giuseppe Vezzoni

giuseppevezzoni@gmail.com

OCCORRE UN SEGNALE DI VERO CAMBIAMENTO E LAVORARE PER UNA NUOVA SINISTRA

La decima Leopolda si è conclusa nel tripudio dei partecipanti per l’avvenuta scissione dal PD, con l’approvazione del nuovo simbolo e la dichiarazione della On. Boschi (“Il Partito democratico sta diventando sempre di più il partito delle tasse. Noi non lo siamo” ) subito ripresa e corretta dal Maestro, Renzi. Il giorno dopo possiamo constatare che non si è svolto un Congresso per dibattere tesi su cui costruire una sinistra moderna, ma la presa d’atto della nascita di un nuovo partito alla destra del PD, una destra moderata con uno sguardo rivolto ai voti di Forza Italia e, magari nel tempo prossimo, anche contare su ex Renziani rimasti nel PD. Quello che si può argomentare delle giornate Leopoldiane si condensa in poche parole d’ordine e tutte rivolte a mettere sotto pressione il governo Conte II e a dirottare sul PD una sottile polemica, si potrebbe dire “sfida”, su alcuni punti importanti della legge di Bilancio appena approvato dal Consiglio dei Ministri, con l’avallo e l’intesa di tutti i partiti della maggioranza.

Da parte sua Conte II ha subito chiarito che “ chi non fa squadra è fuori dal Governo”. Battuta su cui è ritornato per generalizzare e rimediare, ma aggiungendo, rivolto al M5S: “Gridava onestà ora non si tiri indietro”. Dichiarazioni a destra e a manca che il Conte II deve fare per spezzare l’accerchiamento che avverte crescere intorno a sé, rafforzato da una spregiudicata sintonia in corso tra Renzi e Di Maio, su punti delicati della legge di Bilancio. Non è quindi il fumogeno lanciato da Di Maio con la minaccia: Conte fa sponda con il Pd, ma i voti li abbiamo noi”, a mettere in non cale (? forse in crisi?NdA) la convergenza che apertamente i due, Di Maio e Renzi, perseguono, con l’intento palese di mettere in quarantena il supposto disegno che viene attribuito a Zingaretti e Conte: il secondo, Conte, prendere la guida del movimento pentastellato per arrivare ad una intesa con il PD alle prossime politiche; e il primo, Zingaretti, bloccare il disegno Renziano di logoramento del partito. Per smontare preventivamente questo disegno in nuce il Ministro degli Esteri dà più che un segnale d’insofferenza, appunto contro Conte, promuovendo riunioni con i ministri Grillini al suo ministero, copiando in ciò il suo maestro politico Salvini. Mentre la bonarietà di Zingaretti si limita a chiedere di non fare i pierini.

E il PD? Se ne sta con il cerino in mano, su cui soffia perché non divampi l’incendio. Questo è il panorama politico, che ci rivela una situazione al quanto compromessa, tanto da spingere il Ministro Franceschini a ricordare che: “Un ultimatum al giorno toglie il governo di torno”. Ormai si è capito quale sia il gioco in atto, portato avanti con spregiudicatezza da più attori, a discapito di un Paese in grave crisi socio economica e di una situazione internazionale che dire incandescente è sottostimare il caos. D’Altro canto il PD ha scommesso molto sulla nascita del Governo e ora, dopo un’intesa per la Regione Umbria, sta tessendo un progetto il cui punto di approdo dovrebbe essere un accordo politico con ciò che resterebbe del M5S per le prossime elezioni nazionali; e LeU e i movimenti sparsi della sinistra, e i voti scappati dal PD, o dispersi e o non votanti, come recuperarli? Sembra quel gioco che va sotto il nome di mosca cieca: il PD è al centro del gioco, bendato e cieco non vede che tutto intorno si decostruisce e il caos inghiotte la comprensione e la volontà si smarrisce. Si potrebbe usare la metafora di Zagrebelskj, del suo scritto su Moscacieca, quella dell’uroboro (dal greco “serpente che mangia la coda”), un rettile che si nutre di se stesso finché non giunge alla consunzione del suo intero corpo, una figura mitologica ma che ben si attaglia a questa situazione.

La scissione proditoria di Renzi è il risultato di una mancata analisi del voto sul Referendum e le Europee, è mancato un Congresso dopo l’elezione di Zingaretti a Segretario, sede in cui poteva prendere corpo un progetto di ricostruzione della sinistra e quindi in quella circostanza costruire un programma quale sfida al liberismo economico e alle crisi internazionali, una sede nella quale dare corpo ad un progetto di sviluppo economico e sociale alternativo e quindi in grado di sfidare la destra fascistoide. Oggi la sinistra non sarebbe allo sbando, priva di un progetto di società su cui confrontarsi e posizionare la sua identità, se per caso si dovesse andare all’elezioni nel giro di pochi mesi, come gli accadimenti qui esaminati sembrano rendere verosimile. Ci vuole buon senso, ma chi, oggi, nel PD può farsi carico di questa necessità? Una domanda alla quale non è facile rispondere, eppure bisognerebbe metterla nella considerazione prioritaria da parte di chi avverte il pericolo che stiamo correndo, anche alla luce della manifestazione della destra di questo ottobre.

Che fare? Con il mondo sottosopra, i dazi Trumpiani, la guerra contro i Curdi, che la Turchia sta massacrando, un membro NATO e in lista d’attesa ad entrare in Europa, usando le armi acquistate con i miliardi di Euro pagati dall’Europa per fare da carceriere a milioni di migranti; l’Ucraina ancora in sospeso, le tensioni con l’IRAN, senza nasconderci l’incognita Putiana, e se a ciò si aggiungono i problemi dell’economia di casa nostra, del debito e del deficit, del lavoro che manca, del sociale che non funziona, le prospettive non si presentano affatto rosee. Il PD deve svincolarsi da questo abbraccio mortale, e riprendere in fretta un rapporto con quella parte di mondo che sente la democrazia in pericolo, ma non vede all’orizzonte una forza politica che possa rispondere con prontezza, decisione, capacità alla domanda di cambiamento che la situazione sollecita sia messo in atto. “ Un ultimatum al giorno toglie il governo di torno”, forse è il primo segnale di resipiscenza.

Alberto Angeli 20 ottobre 2019

PER LA PRIMA VOLTA E’ STATO CELEBRATO IERI IL 75° ANNIVERSARIO DELLA DEPORTAZIONE DI STAZZEMESI.

IMG_1088 r

Rita Moscardini

Stazzema_ Il 75° anniversario della deportazione di 15 terrinchesi, di un leviglianese e l’uccisione di un abitante è stato celebrato ieri pomeriggio nella Chiesa Parrocchiale dei SS Clemente e Colombano della frazione di Terrinca. Una cerimonia molto sentita e partecipata, che si è rivelata un inedito tassello da inserire nel puzzle stazzemese per quanto riguarda il periodo bellico inerente al 1944. La commemorazione è stata una pagina di storia e di memoria aggiunta al corposo libro di eventi che hanno caratterizzato il secondo conflitto mondiale nel comune di Stazzema. La Santa Messa in suffragio dei ricordati è stata celebrata da Don Bernardo Byczec. A rappresentare il comune di Stazzema è intervenuto l’assessore all’Ambiente Alesso Tovani. Presente Enrico Pieri, presidente dell’associazione Martiri di Sant’Anna e il labaro Martiri di Mulina di Stazzema portato da Giuseppe Vezzoni. A nostro giudizio le cerimonia commemorativa, la prima in assoluto, doveva ricevere maggiore attenzione. L’assenza del gonfalone comunale di Stazzema e del labaro Martiri di Sant’Anna resteranno come macchie d’indifferenza al riconoscimento completo che meritava il lavoro che è stato compiuto, sia per quanto concerne la ricostruzione storica dei fatti sia per l’opera di manutenzione e pulizia di cui è stata fatta oggetto la marginetta della Madonna del Frassino, in località Col dal Pruno, realizzata al margine della via provinciale per Arni. In essa si custodisce la lapide che ricorda l’evento del 17 ottobre 1944, i civili coinvolti nella deportazione e il motivo per cui fu innalzato nel 1947 il manufatto: l’uccisione del civile terrinchese Lorenzo Cecconi, di anni 37, che è un omonimo del ruosinese Lorenzo Cecconi, di anni 50, cantoniere, ucciso dai partigiani il 29 giugno 1944 sul Monte Corchia.

Giuseppe Vezzoni, addì 21.10.2019.

IMG-20191020-WA0014

La storia recuperata dopo 75 anni dai fatti:

Il tardo pomeriggio del 17 ottobre 1944 dei soldati tedeschi scesero dalle loro postazioni situate a Passo Croce e fecero una retata nel borgo di Terrinca e Levigliani, partendo dall’alto, e chiudendo ad anello i due paesi. Non si poteva scappare. Usarono anche i cani. A Levigliani trovarono pochi uomini, in quanto la notizia di questa retata si era sparsa in paese ed in molti erano scappati. Erano rimasti i vecchi. I pochi sventurati che non furono avvertiti vennero catturati e raccolti in località “rocca” per poi partire per passo croce. Per quanto riguarda Terrinca invece, dove la nostra ricerca si è maggiormente concentrata, i soldati suddivisi in gruppi da due, ed in tutto circa una trentina, passarono ogni casa e raccolsero tutti gli uomini che trovarono, tranne i malati (alcuni paesani avevano il tifo) per un totale di 24 uomini. Prima li radunarono nelle piccole aie dentro il paese, poi li condussero, tutti assieme, nella piazza della Chiesa, punto di ritrovo deciso. Alcune persone riuscirono a scappare e a non farsi prendere dai tedeschi. La paura, durante l’attesa vicino alla chiesa, era molta perché tutti sapevano cosa era successo in agosto a Sant’Anna di Stazzema, e c’era il timore, che il dramma si ripetesse anche quella sera. Pure il parroco Don Egisto (Salvatori) intervenne e cercò di convincere i tedeschi che si trattava di brava gente, ma non ci riuscì. A questo punto i tedeschi iniziarono a spingere e a far muovere gli uomini nella direzione delle postazioni tedesche che si trovavano a Passo Croce. Bisognava salire il paese, passando nella strada centrale, e raggiungere il bosco soprastante. Durante il percorso gli uomini cercavano di scappare. Il gruppo proseguì in direzione Agrifoglio. Proprio prima di raggiungere questo luogo alcuni, che fino ad allora avevano trasportato munizioni e fucili, furono rilasciati da un soldato tedesco con la raccomandazione di scendere senza fare rumore.

Arrivati in Agrifoglio passarono per il passo Fordazzani, raggiungendo Matteronella e di seguito al Ponchio, per poi andare a dormire nel palazzo dell Henraux, situato all’uscita della galleria del Cipollaio. Da qui furono portati all’Isola Santa per poi dirigersi, molto probabilmente, in diversi posti. Da qui in poi si hanno poche notizie se non che i nostri paesani raggiunsero mete differenti: Castelnuovo di Garfagnana, Bologna, Lago di Garda, Alta Italia e Germania.

A Castelnuovo, per esempio, forti bombardamenti degli alleati permisero ad alcuni paesani di scappare e di tornare a casa, ma furono subito avvisati che ad ogni uomo che fuggiva, 10 sarebbero stati uccisi. Altri doverono seguire i tedeschi nella ritirata. Alcuni ritornarono attraverso il passo dei Carpinelli. Alcuni, che furono presi dai Russi, riuscirono a scappare e a ritornare a casa dopo quasi un anno. Alcuni a Bologna, grazie all’aiuto di cittadini del posto, riuscirono a fuggire nascondendosi sotto una pila del fieno.

Finalmente dopo sette mesi, chi non era riuscito a fuggire prima, ritornò dai propri cari.

Restando alle testimonianze ancora vive a tutt’oggi, gli unici a raggiungere la Germania furono Santini Elia e Cecconi Maurizio.

Nello stesso giorno, mentre i tedeschi scendevano da Passo Croce per dirigersi in paese, fu ferito gravemente Cecconi Lorenzo, in località “La Guardia”, da un proiettile. Spirò il giorno dopo, deposto sopra un enorme masso, sotto il paese, durante il tragitto verso l’ospedale di Ruosina. L’ombrello che portava sotto il braccio, a causa del maltempo e dell’oscurità, rammentava la forma di un fucile.

A lui è intitolata questa marginetta. ( Madonna del Frassino presso Col dal Pruno NdA)

La lapide è andata distrutta nel 1977 ad opera di vandali. Due anni dopo fu rifatta e rimessa a posto.

Secondo le testimonianze, probabilmente la retata del 17 ottobre 1944 fu il risultato di due eventi mattutini: Il primo evento riguarda il ferimento da arma da fuoco di un soldato tedesco, presumibilmente da parte di alcuni partigiani che si trovavano sopra il paese, in località “Solcone”. Il secondo, riguarda il mancato rientro di due soldati tedeschi mandati in ronda, che fece presumere l’uccisione degli stessi da mano paesana. Da qui la decisione del comando tedesco per l’avvio alla retata. In realtà, i due tedeschi avevano disertato congiungendosi con gli americani stanziati a Ruosina.

Bisogna rammentare comunque che, tra i proiettili sparati da Ruosina dagli americani e dai proiettili sparati dai tedeschi da Passo Croce, la vita dei terrinchesi, che ovviamente si trovavano nel mezzo, scorreva ugualmente, sia pure, con le dovute cautele. (Testo letto in chiesa da Gabriele Olobardi)

SICUREZZA: PIANO ASFALTATURE, 1.500 METRI DI NUOVO MANTO IN VIA MARELLA. Foto intervento asfaltatura via Marella 3

Pietrasanta_ Partito l’intervento di messa in sicurezza di 1.500 metri di manto stradale nel tratto compreso tra la via Aurelia e via Tonfano. Dopo gli interventi eseguiti in via Abruzzi, via Peschiera, via Cannoreto, via Catalani angolo via Colombo, via Pascoli tra via Roma e via Carducci, via Cipro, via Doninzetti angolo via Toscana e viale Morin di fronte alla Versiliana oltre che lungo la pista ciclabile che dal centro storico a Fiumetto, l’amministrazione comunale di Alberto Stefano Giovannetti prosegue il suo programma di asfaltature attivato per migliorare la viabilità e la sicurezza delle strade cittadine. A visionare i lavori, coordinati da Stefano Taccola, è arrivato l’assessore ai lavori pubblici, Francesca Bresciani insieme al consigliere, Matteo Marcucci. Sempre via Marella, ma questa volta il canale, era stato oggetto, negli scorsi mesi, di un intervento di prevenzione idrogeologica con la ricalibratura di 400 metri di fosso a cielo aperto oltre che del rifacimento di un tratto di fognatura bianca.

In via Marella abbiamo investito sulla mitigazione del rischio idrogeologico e sulla sicurezza stradale. Abbiamo sistemato i tratti più pericolosi: tratti che ci sono stati più volte segnalati dai cittadini. Un passo alla volta – spiega la Bresciani – faremo quello che abbiamo detto con i tempi e modi di un ente pubblico che noi stiamo cercando di velocizzare”. Il piano asfaltature proseguirà anche nei prossimi mesi:

investiremo – conclude la Bresciani – da 1 a 1,5 milioni di euro in 3 anni per mettere in sicurezza le strade attraverso il posizionamento di nuovo asfalto. E’ uno dei 15 punti del nostro mandato che non mancheremo”.

Ufficio Stampa & PR

Andrea Berti, 21.10.2019

ASSOCIAZIONI: IL GRUPPO ALPINI E LA FANFARA “GIORGIO GIANNACCINI” IN FESTA DOMENICA A POZZI

20181126_fanfara-alpina-Pozzi_7871

Seravezza_ Festa alpina domenica 27 ottobre a Pozzi per i cinquantadue anni del Gruppo Alpini e gli undici della Fanfara “Giorgio Gannaccini”. Un momento da condividere con tutti i versiliesi per un sodalizio tra i più amati e attivi sul territorio, da sempre motore di attività rivolte alla comunità locale. Alla manifestazione parteciperanno le autorità comunali di Seravezza.

Il ritrovo è in piazza Fratelli Cervi alle 9:30 per l’alzabandiera e la celebrazione della Santa Messa. Al termine, accompagnati dalle note della Fanfara, i rappresentanti delle associazioni, i cittadini e le autorità sfileranno per le vie del paese. Il percorso si svilupperà lungo le vie S. Maria della Neve, Cocci, Guicciardi, Borgo dei Terrinchesi, Trento e Salvatori. Presso la marginetta di via Borgo dei Terrinchesi l’omaggio alla memoria del tenente Giorgio Giannaccini, il giovane ufficiale degli alpini e grande appassionato di montagna che perse la vita sulla Pania nel 1990 nel corso di un’ascensione. A conclusione del corteo, in piazza Fratelli Cervi, la Fanfara si esibirà suonando alcuni brani della tradizione alpina e popolare.

La festa si concluderà alle 13:00 con il tradizionale pranzo sociale alla Pubblica Assistenza. Il presidente del Gruppo Alpini Alfredo Tarabella e il presidente della Fanfara Mario Mori, nell’invitare tutti i cittadini versiliesi all’evento, ricordano che per partecipare al pranzo è necessario prenotare. I numeri telefonici di riferimento sono 346 7066767 e 335 7733472.

Ufficio stampa Comune di Seravezza

Stefano Roni,addì 21.10.2019

LA DEPOSIZIONE DEL PITTORE VIAREGGINO MARIO MARCUCCI DONATA A PAPA FRANCESCO

20191021_102503

20191021_102434

Versilia- Lo scorso mercoledì, a compimento di un udienza che il Santo Padre ha concesso a Mons. Danilo D’Angiolo e a Ireno Francesconi, segretario della Fondazione Marcucci, un’opera del pittore viareggino Mario Marcucci è stata donata a Papa Francesco, il quale l’ha molto apprezzata annunciando che l’avrebbe collocata nel suo studio. Si tratta di una splendida Deposizione carica della drammaticità universale del Cristo accolto fra le braccia pietose della Madre, la Divinità fattasi Carne che ripercorre anche il calvario del dolore umano riassunto nell’ accorato abbraccio materno del corpo senza vita del figlio, affinché dalla prostrazione più profonda si sprigioni la luce della fede nell‘eterna Resurrezione. Mons. D’Angiolo ha fatto da tramite con il Santo Padre affinché il desiderio della famiglia del pittore viareggino trovasse accoglimento. L’opera è stata realizzata con la tecnica a olio su cartone.

Giuseppe Vezzoni, addì 21.10.2019

Lascia un commento