LIBERACRONACA2 n. 3670 del 21 e 22 febbraio 2022

da Italia bene comune di pochi

LIBERO FOGLIO ONLINE

del COMUNE DI STAZZEMA E DELL’ ALTA VERSILIA

(“Storia, Arte, Tradizione, Politica, Informazione” )

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Giuseppe Vezzoni

giuseppevezzoni@gmail.com

IL GOVERNO MANTENGA IL GREENPASS E NON TRADISCA LE DECINE DI MILIONI DI ITALIANI RESPONSABILI

Togliere l’obbligo del greenpass rafforzato sarebbe una beffa per le decine di milioni di italiani che si sonono dimostrati responsabili. Una decisione da scongiurare per i milioni di italiani vaccinati. Essa si rivelerebbe assai peggiore di quella subita con i tamponi antigenici, misura con cui si sono praticamente parificati i movimenti dei cittadini vaccinati e di coloro che non si sono voluti vaccinare. L’Italia e il suo governo devono tenere di conto della responsabilità civica dimostrata dalla soverchiante maggioranza del popolo italiano e non possono agevolare l’irresponsabilità e le fissazioni da medio evo di una minoranza, seppure ancora cospigua e sempre capace di mettere in emergenza il sistema sanitario nazionale. Manteniamo il greenpass rafforzato e l’uso delle mascherine nei luoghi chiusi o in aree all’aperto molto frequentate. Si impedisca con la massima accortezza finalizzata alla prevenzione sanitaria quell’invocato “liberi tutti” che ci porterebbe a bruciare la possibilità di una estate quasi normale, fatto salvo che non ci sia il dirompere sempre più incombente di una guerra in Europa.

Giuseppe Vezzoni

Responsabile di Libera Cronaca,addì 21.2.2022

L’UNIVERSITÀ DELLA MEMORIA A SANT’ANNA

Stazzema e Toscana_ Se con Sant’Anna di Stazzema si opera davvero nella realtà e per il futuro, l’Università della memoria che si vuole istituire con i fondi del Pnrr nell’ambito di un progetto complessivo che prevede lo stanziamento di 20 milioni di euro per rigenerare il borgo di Sant’Anna (ma sarebbe da aggiungere che sono quasi tutti i borghi stazzemesi che necessitano di una rigenerazione poiché volgono in una situazione di declino), dovrà essere comprensiva dei tanti armadi della vergogna che non sono stati mai aperti o subito richiusi, come quello delle foibe. Le istituzioni che sosteranno l’Università della memoria vigilino accuratamente che le risorse del Pnrr possano essere utilizzate a favore di una logica politica di parte , pertanto poco aperta e a volte reticente o addirittura omissiva come purtroppo avviene per quanto concerne la ricostruzione storica degli eventi bellici, sia locali sia nazionali e internazionali. La memoria non può essere memoria vera né tanto meno di pace se non si aprono tutti gli armadi e i cassetti, dove spesso in questi ultimi ripostigli si celano verità e nefandezze che sono proprie della guerra e dei belligeranti, nessuno escluso. Pertanto l’Università della memoria dovrà divenire punto di riferimento perché le vittime dell’aberrazione in cui evolve la cosiddetta coscienza dell’umana ragione quando decide di ricorrere all’uso della forza delle leggi inique e antidemocratiche. Scelte che rafforzano la ratio insensata delle armi per comporre le controversie tra le nazioni o peggio ancora per imporre supremazie ideologiche, così come è avvenuto nel secolo passato con il nazismo, il fascismo e il comunismo. Situazioni che hanno portato alle cosiddette guerre giuste e liberatorie ma che tuttavia hanno determinano situazioni da scheletri negli armadi nel momento in cui l’indagine ricostruttiva “granulare” sente che l’onestà intellettuale è costretta nel perimetro della giusta causa, spazio in cui, evitando attentamente ogni commistione storica e politica e conseguenti intenti finalizzati a ridurre la gravità della narrazione, si scopre e si tace che la memoria delle vittime della guerra è incompleta se non ingiusta poiché né sminuisce l’orrore e la responsabilità di veri e propri crimini contro l’umanità. Comportamenti criminosi per nulla dissimili da quelli compiuti da coloro contro i quali si è combattuto e da cui ci siamo liberati. Poiché la memoria è qualcosa di etico e quindi con un senso assai più profondo e più ampio del ricordo, quest’ultimo assimilabile invece alla sfera intima e personale. Pertanto la memoria ha la valenza di una conoscenza pubblica e si propone anche per l’ educazione morale delle persone. Essa deve essere preservata da influenze che abbiano il fine a ridurre la conoscenza e a impedire che si possano conoscere le eventuali degenerazioni avvenute. Pertanto l’Università della memoria non potrà essere strumento per una storia parziale ma dovrà assumersi l’onere intellettuale di promuovere la memoria senza perimetri che esulino dal dovere etico che impone il fare memoria.

Giuseppe Vezzoni

Responsabile di Libera Cronaca,addì 21.2.2022

IL TEATRO COMUNALE INTITOLATO AL MAESTRO CESARE GALEOTTI

Pietrasanta_Le note dell’Inno a Pietrasanta, prima, e quelle di Mameli, poi, hanno accompagnato sabato sera la cerimonia di scopertura della targa che ha ufficialmente conferito al teatro di piazza del Duomo il nome di “Teatro Comunale Cesare Galeotti”.

Pietrasanta è una delle città della cultura che fanno l’identità della Toscana – ha sottolineato il presidente della Regione Eugenio Giani, presente all’intitolazione – e sensibilizzare la comunità cittadina su una figura come Cesare Galeotti, che non è da considerare assolutamente un artista minore, è un modo per richiamare un importante capitolo di storia non solo locale, ma di tutta la nostra regione”.

Galeotti, nato a Pietrasanta nella seconda metà dell’800 e spirato a Parigi nel 1929, apprese dal padre i primi rudimenti musicali, mostrando fin dalla più tenera età spiccate doti pianistiche. I suoi studi proseguirono a Pisa, poi a Roma e Milano, dove “Il Corriere della Sera”, dopo una sua esibizione pubblica, titolò: “Mozart è resuscitato”. Dal 1882 la sua vita e la sua carriera si trasferirono a Parigi ma a Pietrasanta tornò, artisticamente parlando, nel 1903, per proporre la sua composizione “Anton” all’allora teatro degli Aerostatici.

Ogni amministrazione comunale deve essere orgogliosa per un evento di particolare importanza – ha ribadito il sindaco, Alberto Stefano Giovannetti – oggi, come sindaco di Pietrasanta, mi sento sinceramente onorato di poter intitolare il nostro Teatro Comunale, completamente ristrutturato e rimesso a nuovo, a un musicista e compositore della nostra terra come Cesare Galeotti, noto e apprezzato a livello internazionale”. Sono quasi 600 mila euro, infatti, i fondi investiti dal 2016 al 2020 per rimettere a nuovo la struttura di piazza del Duomo: prima la messa in sicurezza del tetto e dei controsoffitti e la ricostruzione del manto di copertura con nuovi materiali, compresa impermeabilizzazione e posa di pannelli termoisolanti; poi il restauro e l’ammodernamento degli ambienti interni e degli arredi, per rendere il teatro più accogliente e comodo agli spettatori.

Proprio in platea, dopo le formalità istituzionali, è proseguita la serata: gli interventi di Maurizio Castagnini, presidente dell’associazione musicale Diafonia Pietrasanta che ha curato l’organizzazione artistica dell’iniziativa, del dottor Giovanni Mariani, dello studioso dell’Istituto storico Lucchese – sezione Versilia Storica Mario Taiuti e del professor Giulio Battelli hanno tracciato un profilo biografico e artistico del Maestro Galeotti, intervallati da brani musicali con pianoforte e arpa interpretati da Alida Berti, Elisabetta Venturi e Linda Leo. In sala è giunto anche un graditissimo intervento “a distanza”, quello del Maestro Michael Guttman, che ha annunciato una serata-omaggio a Galeotti per l’apertura dell’edizione 2022 di “Pietrasanta In Concerto”.

Ufficio Stampa & Relazioni Esterne

Giada Menichetti,addì 21.2.2022.

IL CORDOGLIO DEL SINDACO LORENZO ALESSANDRINI PER LA SCOMPARSA DI DELIO LANDI, STORICO CENTRALINISTA DEL COMUNE DI SERAVEZZA

Seravezza – Il sindaco Lorenzo Alessandrini partecipa al cordoglio per la scomparsa di Delio Landi (classe 1938) storico centralinista del Comune di Seravezza. Un ricordo carico di affetto e di gratitudine, quello di Alessandrini, per questa figura molto conosciuta e apprezzata per le sue grandi doti relazionali. “Pronto Comune!” era il benvenuto che dava a quanti si mettevano in contatto con l’ente, trovando in Delio una immediata risposta alle diverse esigenze, grazie anche a quella straordinaria memoria che gli faceva ricordare tutti i numeri telefonici che passavano dal suo centralino. Il Sindaco, con l’intera amministrazione comunale, rivolge le più sentite condoglianze alla moglie Marta, ai figli Laura e Valentino e a tutti i familiari.

Ufficio stampa comune di Seravezza

Elisabetta Lo Iacono, addì 21.2.2022

IN PARTENZA I LAVORI AI SENTIERI DI VITOIO

Pietrasanta_ Altri 46 mila euro per Vitoio: è l’importo dei lavori che l’amministrazione comunale ha messo in cantiere per la località collinare di Pietrasanta, con l’obiettivo di sistemare la viabilità pedonale.

Attualmente, infatti, i sentieri che collegano il piccolo centro abitato non offrono condizioni di stabilità e, quindi, di sicurezza al passaggio, a causa del fondo sconnesso e della naturale presenza di muschio ed erba sui camminamenti. Il piano dei lavori, in partenza martedì 22 febbraio, prevede la ricostruzione dei percorsi con una pavimentazione a basso impatto ambientale e visivo e, dove necessario, il ripristino dei muretti a secco esistenti.
“Dopo le manutenzioni e gli interventi di miglioramento della sicurezza stradale realizzati nel 2021 – sottolinea il sindaco, Alberto Stefano Giovannetti – ora ci occupiamo di un nuovo capitolo che incide in modo sostanziale sulla qualità della vita di chi abita a Vitoio, ma rappresenta una facilitazione in più per tutto coloro che si trovano a visitare e attraversare, occasionalmente, questo piccolo gioiello della nostra collina”.

Ufficio Stampa & Relazioni Esterne

Giada Menichetti,addì 21.2.2022

I VENERDÌ DI MILZIADE”: A VILLA ARGENTINA DI VIAREGGIO SI PRESENTA IL ROMANZO GIORNI NERI

Viareggio_La Fondazione Alfredo Catarsini 1899 sarà presente alla rassegna culturale “I venerdì di Milziade”, a Villa Argentina di Viareggio, in via Fratti 44.

L’appuntamento è per venerdì 25 febbraio, alle ore 16.30, per la presentazione del romanzo Giorni neri, il romanzo che l’artista Alfredo Catarsini pubblicò nel 1969, che da decenni risultava introvabile, e che da poco è tornato disponibile per i lettori grazie alla nuova edizione edita da “La nave di Teseo”, con la prefazione di Giordano Bruno Guerri.

Condotta dal giornalista Umberto Guidi, la presentazione vedrà la partecipazione di Elena Torre che, oltre a essere scrittrice, giornalista e membro del Comitato Scientifico della Fondazione Alfredo Catarsini 1899, è anche la curatrice della nuova edizione del romanzo che fa tesoro di tante esperienze di vita vissuta di Catarsini durante il duro momento del passaggio del fronte dalla Versilia durante la seconda guerra mondiale e ce le ha restituite in forma di romanzo riuscendo «a dipingere con le parole», come affermò lo scorso luglio il critico d’arte Vittorio Sgarbi alla Versiliana, durante la presentazione dell’antologia dedicata all’opera dell’artista.

La vicenda storica e il romanzo

Come moltissime altre persone in quei difficili anni, tra il 1943 e il 1945 anche Alfredo Catarsini fu sfollato da Viareggio verso l’entroterra. La ferrovia e la via Aurelia che attraversavano la Versilia erano arterie strategiche per i collegamenti e il rifornimento delle truppe impegnate nel conflitto mondiale e la poco distante presenza della “Linea Gotica” rendeva l’intera area un luogo pericoloso a rischio bombardamenti, come poi si rivelò.

Catarsini trovò rifugio in alcuni luoghi della Lucchesia come la Val Freddana e il Monte Magno che furono teatro di fatti atroci, con deportazioni di massa, uccisioni di ostaggi, veri e propri eccidi.

Il libro Giorni neri nasce come testimonianza romanzata di quei momenti e prende le mosse proprio dagli appunti che l’autore scrisse durante quei lunghi mesi in cui si trovava lontano dalla sua città, note che poi si trasformarono poi in una storia vera e propria, in un romanzo che, pur avendo radici nella realtà, ha permesso la creazione di personaggi fittizi, capaci di incarnare sentimenti ed emozioni universali restituendoci un affresco veritiero di quanto accadde.

Da pittore quale è, Catarsini dipinge anche con le parole e scorrendo i capitoli, le immagini si fissano nella mente del lettore per rimanerci, con volti e luoghi che si animano come in un affresco.

Ci sono le piccole grandi storie, ci sono gli uomini e le donne che, sradicati dalla loro terra, si trovarono con le loro poche cose in un altrove non cercato, pieno di dolore e paura. Sono personaggi vividi, dialoghi intensi, aspri che ci raccontano forse la parte più difficile della nostra storia. Ed è da tener conto che in quel periodo Alfredo Catarsini affrescò le due chiese di San Martino in Val Freddana e di Castagnori ritraendovi anche alcuni dei personaggi che sono citati del libro.

Ufficio media,Marco Ferri ,addì 21.2.2021

FONDAZIONE ALFREDO CATARSINI 1899

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