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Libero foglio on line del Comune di Stazzema e dell’Alta Versilia:
Storia, Arte, Tradizione, Politica, Informazione.
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Blogger Giuseppe Vezzoni
giuseppevezzoni@gmail.com
I NUMERI DELLA DEMOCRAZIA ITALIANA. IL 47% DEGLI ELETTORI HA VOTATO IN SICILIA IL 36,1% NELLA CITTA’ DI OSTIA.
IL CENTRODESTRA SI RIPRENDE LA SICILIA DOPO IL NON GOVERNO PD DI ROSARIO CROCETTA. IL M5S PRIMO PARTITO IN SICILIA.
Stando alla sonante vittoria dell’astensionismo, non ci capacitiamo quale visione democratica abbiano coloro che hanno in bocca il concetto della democrazia alla stregua della maleducata masticazione del chewing gum.
Sicuramente sono convinti che i cittadini che disertano le urne hanno molta fiducia in chi ormai si auto elegge e si auto rappresenta.
Stando alla partecipazione, non sembrerebbe proprio che questo new deal renzico- democratico sia davvero sorto in Italia. La verità è che chi mangia anche al posto di chi digiuna ha la forza di comunicare che a mangiare sono in due. A parole è molto facile togliersi un pollo di bocca e darlo a chi non lo ha, ma nei fatti è la bocca di pochi che divora anche per quella di molti, e riesce perfino a nascondere che agli altri restano solo i soliti infiniti ossetti.
Giuseppe Vezzoni
Blogger di Libera Cronaca,addì 6.11.2017.
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GLI SCIENZIATI DELL’ULTIMA ORA RISPONDONO AL PD DI SERAVEZZA,FAVOREVOLE ALLA TRANSAZIONE ASBUC MONTAGNA SERAVEZZINA-HENRAUX
![20170527_partito-l-iter-dei-piani-di-bacino](https://liberacronaca2.wordpress.com/wp-content/uploads/2017/10/20170527_partito-l-iter-dei-piani-di-bacino1.jpg?w=676)
Seravezza_ E’ sorprendente ma non troppo l’accesa passione con la quale il PD scende in campo pubblicamente per sostenere la proposta di accordo di transazione tra la montagna seravezzina rappresentata (sic) dall’Asbuc, e la controparte società Henraux, proposta venuta alla luce grazie alle premurose cure della giunta comunale, che il PD rivendica addirittura come merito delle sue amministrazioni.
Noi, “scienziati dell’ultima ora” rivendichiamo il diritto di criticare pubblicamente ciò che gli avanguardisti della prima hanno architettato ai danni della montagna: una montagna che fino ad oggi è andata avanti nonostante una causa pendente, sta ancora andando avanti nonostante la giunta di Seravezza, e non ha certo paura di proseguire un lungo contenzioso per la rivendicazione dei propri diritti.
E’ bene precisare alla gente che tipo di piattino ci hanno preparato le ”teste pensanti” del PD. Chi vince e chi perde con la transazione?
Vince, e ci mancherebbe, la ditta Henraux, che non rispetta i patti sottoscritti con la pubblica amministrazione e che da decenni non lascia sul territorio comunale un centesimo dei guadagni che ricava col marmo divorato sempre più velocemente dai nostri monti; vince perché con l’accordo ci vede ingoiare il rospo di una sentenza ingiusta che fino ad ora le attribuisce la proprietà delle cave; vince perché da anni non paga nemmeno l’affitto dei terreni concessigli in enfiteusi (che aveva il dovere di migliorare e non l’ha fatto) e di cui oggi si libera elegantemente grazie al meccanismo della “affrancazione” (cioè se li compra pagando qualche annualità di affitto) per lasciarli poi graziosamente a noi servi della gleba per farci tagliare la legna e raccoglier funghi. Come una specie di feudatario.
Vince (ma sarà una vittoria di Pirro) la giunta comunale con le sue truppe cammellate del PD che le fanno da grancassa sulla stampa, visto che si toglie dal groppone una scuoletta fatiscente che da anni non riesce a vendere nemmeno con incredibili ribassi d’asta, e che rifilerà così all’Asbuc dopo averla aggiustata (si spera) col ricavato dell’affrancazione, per vantarsi poi, sui comunicati stampa di regime, di aver fatto opere pubbliche in montagna. Ben altre sarebbero le opere di cui abbiamo bisogno in montagna.
Perde l’Asbuc, che rinuncia a rappresentare la sua gente, poca o tanta che l’abbia votata. Perde perché segue le indicazioni della giunta comunale, e alla fine, dopo tanti anni di proclami e di promesse, farà alla fine proprio l’interesse della sua controparte; perde perché si ritroverà a cercare i soldi per la gestione della scuola di Fabbiano qualunque cosa voglia farci dentro, e a trovar lavoro per la sua cooperativa tra i pruni ricavati con l’accordo.
Perde nel suo complesso la montagna tutta, che avrebbe altri due gradi di giudizio a disposizione per ribaltare il primo pronunciamento del giudice (dopo duecento anni non è certo qualche anno in più di attesa che spaventa nessuno) e invece, stritolata da un accordo improvvido e persino sospetto, dovrà accontentarsi di lasciare all’Henraux tutto il suo Monte Altissimo. Ha proprio di che vantarsi, il PD.
GLI SCIENZIATI DELL’ULTIMA ORA
Testo inviato da Giulio D’Angiolo,addì 6.11.2017
NB: La locuzione “scienziati dell’ultima ora” è stata coniata dal Pd di Seravezza per definire coloro che hanno avversato la transazione senza partecipare alle consultazioni che sono state propedeutiche per definire l’accordo transattivo tra Comune di Seravezza, Asbuc della montagna seravezzina e azienda Henraux per quanto concerne le terre di uso civico.(Il Tirreno del 4 novembre 2017)
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OSSERVAZIONI AI PIANI ATTUATIVI DEI BACINI ESTRATTIVI DELLE ALPI APUANE DELLA FILLEA CGIL LUCCA E MASSA CARRARA
PERCORSO PARTECIPATIVO – COMUNE DI SERAVEZZA
Seravezza_ Buongiorno, stamani nel corso dell’incontro presso il Comune di Seravezza, avente come oggetto i Piani Attuativi di iniziativa privata dei bacini estrattivi delle Alpi Apuane, la Fillea CGIL, invitata in rappresentanza
dei lavoratori, ha portato il suo contributo al percorso partecipativo.
Si allega il documento messo agli atti del Comune.Cordiali saluti. Fillea CGIL Lucca.
Leonardo Quadrelli, segretario provinciale della Fillea CGIL,addì 6.11.2017
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OSSERVAZIONI AI PIANI ATTUATIVI DEI BACINI ESTRATTIVI DELLE ALPI APUANE DELLA FILLEA CGIL LUCCA E MASSA CARRARA. PERCORSO PARTECIPATIVO – COMUNE DI SERAVEZZA
PREMESSE
I provvedimenti legislativi regionali, approvati tra il 2014 e il 2015, in particolare la L. Regionale 65/2014 art 113, 114, il PIT con valenza di piano paesaggistico (in particolare l’allegato 5) e gli strumenti di programmazione regionale come il Piano Cave sono strumenti essenziali per pretendere dalle istituzioni di tradurre nei fatti richieste storiche del sindacato. In particolare di rilevanza essenziale sono i Piani Attuativi dei Bacini Estrattivi che, fra le altre, hanno il compito di individuare le quantità sostenibili di estrazione, il marmo come bene comune, una risorsa del territorio unica e non riproducibile che deve essere usata consentendo il sostegno economico alla popolazione locale e ricercando il dovuto equilibrio con le attività produttive del territorio. L’obiettivo di raggiungere il 50% di materiale lavorato in loco, di promuovere la filiera, quella di qualità certificata, possono essere, attraverso questo strumento e alla nostra partecipazione, esigibili sul territorio e non rimanere traguardi solo su carta.
La FilleaCGIL è convinta che sia possibile raggiungere questi obiettivi e che lo sia ancor più nel rispetto del lavoro, dei lavoratori, della sicurezza e della trasparenza.
Tale documento ha la volontà di condividere i seguenti contributi e linee guida di supporto ai territori che, nei dovuti tavoli, dovranno rispettare e utilizzare per proporre le regole necessarie per la definizione dei Piani di Bacino.
In particolare si ribadisce la nostra posizione alla base di ogni rivendicazione: vogliamo si continui a escavare marmo sia nelle cave all’interno del Parco Regionale delle Alpi Apuane che in quelle fuori dal Parco naturalmente purché si rispettino le regole sul lavoro, ambientali e sulla sicurezza.
La nostra posizione non può essere soggetta a strumentalizzazioni da parte di nessun portatore di interessi di varia natura in quanto sempre coerente e ferma sugli obiettivi e sui principi che li determinano, con al centro il lavoro.
LA TRACCIABILITA’
È indubbio che per rendere esigibili gli impegni e le regole previste dei Piani di Bacino sia indispensabile un sistema di verifica della qualità e della quantità del materiale estratto.
Siamo convinti quindi che la conditio sine qua non affinché sia definito un Piano di Bacino operativo è rendere possibile la tranciabilità dei blocchi, non riconoscendo l’autocertificazione come lo strumento adeguato. L’unico modo è quello di individuare un soggetto terzo che, senza discrezionalità, ma con metodi omogenei e certificati verifichi. E inoltre indispensabile che la verifica si estenda non solo al materiale estratto ma anche a quanto di questo viene lavorato sul territorio.
I soggetti terzi che mettono in atto i sistemi di controllo potrebbero essere remunerati attraverso le risorse che le aziende pagano al Comune per l’estrazione e/o attraverso le sanzioni.
Ipotizziamo che i soggetti di cui sopra possano essere aziende che certificano il Marchio di prodotti o Sistemi i di qualità a livello europeo ambientale (es. eco-label), queste avrebbero il compito di verificare quanti blocchi vengono estratti e quanti di questi vengono lavorati. Tale attività dovrebbe essere messa in atto attraverso protocolli specifici da sottoscrivere con la Regione toscana o col Parco Regionale o dal costituendo comitato di distretto regionale Apuo-Versiliese attualmente previsto nella proposta di modifica a della L. 35-2015 Art. 40 bis.
Crediamo che questo possa essere un investimento per il Comune, utile anche a verificare la qualità del materiale estratto per altri fini. Siamo convinti che la tranciabilità può essere messa in campo e verificata, sappiamo infatti che ogni azienda ha già un codice di identificazione blocco, baserebbe trovare un sistema condiviso di selezione.
Inoltre è indispensabile prevedere un meccanismo sanzionatorio di ritiro delle autorizzazioni in caso di mancato rispetto di quanto disciplinato nel piano di bacino e nei protocolli con le società di certificazione.
Crediamo che i comuni abbiano la responsabilità di dover procedere senza timori ed avere il coraggio di esigere la tranciabilità nel rispetto di tutta la popolazione che rappresentano.
SOSTENIBILITÀ’ AMBIENTALE E SICUREZZA SUL LAVORO
La sostenibilità dell’estrazione in termini di quantità e qualità è una delle priorità per la FilleaCGIL, inoltre è importante considerare in quanto tempo le quantità estratte si raggiungono. Tale analisi ha le sue riflessioni sul territorio.
Due temi che stanno insieme e intendiamo proporre: come rispettare le norme sulla sicurezza nei posti di lavoro e la quantità di materiale estratto. Se da tempo sosteniamo che ogni lavoratore per lavorare in sicurezza non deve avere pressioni rispetto alla lavorazione ed alla produzione, siamo convinti (anche da esempi virtuosi sul territorio) che ogni lavoratore non deve produrre più di mille tonnellate all’anno, con una variante che può essere data dalla tipologia di materiale. Quindi, per
rispettare l’obiettivo normativo di determinare le quantità sostenibili del materiale estraibile occorre definire dei coefficienti che rispondono a questi indicatori (personale e tipologia di materiale).
LAVORAZIONE IN FILIERA CORTA
Come previsto negli intenti e soprattutto nelle norme (allegato 5) l’obiettivo di raggiungere il 50% di lavorazione in filiera corta deve essere reso sostanziale anche nelle indicazioni dei Piani di Bacino. Cosa non chiara è come si misura il 50%, ipotizziamo che in questa % vanno considerati i blocchi buoni/squadrati e gli informi. Infatti se per i blocchi buoni è molto facile superare il 50% negli informi è più difficile. Così le due tipologie di blocchi si compensano.
LE LAVORAZIONI
Altra questione da definire è cosa si intende per lavorato. Possiamo ipotizzare di considerate lavorazioni tutte quelle che determinano una prosecuzione della lavorazione oltre i lavorati grezzi (lastre passate solo dalla segheria). Considerando però che la necessità per garantire maggiori ricadute, anche occupazionali, sul territorio è quella di incentivare la lavorazione dobbiamo fare un distinguo. Il 50% deve essere composto dai semilavorati e da prodotti finiti i quali dovranno rappresentare un’incidenza maggiore. Infatti al comma 4 dell’allegato 5 si parla non solo di lavorazioni ma di lavorazioni di qualità.
LA FILIERA CORTA
Inoltre dobbiamo considerare filiera corta tutto quello che viene lavorato sul territorio regionale.
CONCLUSIONI
Con queste osservazioni abbiamo provato a dare un contributo con serietà e responsabilità. Convinti che sia possibile e necessario coniugare sviluppo sostenibile nel rispetto del lavoro della sicurezza nella trasparenza. Saremo determinati a verificare che nel percorso dei piani di bacino questo avvenga.
Seravezza, 6 novembre 2017
FILLEA CGIL LUCCA E MASSA CARRARA
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ACCORDO TRA PRO LOCO QUERCETA, FAMIGLIA D’IORIO E COMUNE DI SERAVEZZA PER LA COMPLETA DIGITALIZZAZIONE DELL’ARCHIVIO FOTOGRAFICO D’IORIO
![20171106_firma-convenzione-diorio_8303](https://liberacronaca2.wordpress.com/wp-content/uploads/2017/11/20171106_firma-convenzione-diorio_8303.jpg?w=676)
Seravezza_ Migliaia e migliaia di scatti fotografici. Una poderosa raccolta di immagini. Il racconto visivo di un’intera comunità lungo oltre cinquant’anni. È l’archivio di Fulvio D’Iorio, il fotografo per antonomasia della piana quercetana, scomparso nel 2010. Un archivio prezioso, che adesso sarà interamente digitalizzato e reso fruibile al pubblico. Il progetto nasce per volontà della Pro Loco Querceta, della famiglia D’Iorio e del Comune di Seravezza. Ieri mattina in Sala Cope, in occasione della cerimonia conclusiva del sesto concorso fotografico nazionale “Fulvio D’Iorio”, la stipula dell’accordo da parte del presidente della Pro Loco Luca Garfagnini, del vicesindaco Valentina Salvatori e di Francesco D’Iorio in rappresentanza degli eredi.
La convenzione prevede l’intera digitalizzazione e indicizzazione dei negativi fotografici dell’archivio D’Iorio a partire dall’anno 1956. Un’eccezionale raccolta di immagini che offre uno spaccato a trecentosessanta gradi della vita versiliese: le foto scattate nelle cave, nei laboratori e negli studi di marmo; i ritratti dei bambini fatti sulla spiaggia o sui cavallini a Forte dei Marmi; le feste paesane, le recite scolastiche, le cerimonie religiose e i matrimoni; i servizi giornalistici sui fatti di cronaca; l’intera evoluzione del Palio dei Micci, che Fulvio D’Iorio documentò nel dettaglio fin dalla primissima edizione. I negativi saranno messi gratuitamente a disposizione dalla famiglia (che resterà comunque proprietaria degli stessi), i volontari della Pro Loco eseguiranno le scansioni e la catalogazione, il Comune metterà a disposizione gli spazi in cui, a lavoro ultimato o in fasi intermedie, saranno esposte le fotografie ritenute più significative. L’accordo tra le parti non prevede scadenze temporali, anche in considerazione dell’enorme mole di lavoro da svolgere a titolo del tutto gratuito e volontario da parte dei soci della Pro Loco.
Il progetto ha un’indubbia valenza culturale, permettendo di preservare una testimonianza storica e di organizzare future iniziative tese alla promozione e alla salvaguardia delle tradizioni, della storia e dei costumi del territorio comunale. Per il Comune si inserisce in un progetto più ampio che contempla anche la digitalizzazione e l’indicizzazione del cosiddetto Archivio della Memoria – un fondo esistente presso la biblioteca “Sirio Giannini” in cui sono raccolti documenti relativi all’’ultimo conflitto mondiale – e dell’Archivio Storico Comunale.
Foto della firma della convenzione (da sinistra: assessore Giacomo Genovesi, Francesco D’Iorio, vicesindaco Valentina Salvatori, Luca Garfagnini)
Segreteria del sindaco di Seravezza,addì 6.11.2017
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PRESENTAZIONE DEL LIBRO LA STORIA DI UN UOMO SOLO, DI DONATO D’AIUTO![LOCANDINA](https://liberacronaca2.wordpress.com/wp-content/uploads/2017/11/locandina.jpg?w=676)
![Gioco d'azzardo](https://liberacronaca2.wordpress.com/wp-content/uploads/2017/11/gioco-dazzardo.jpg?w=676)
![INVITO](https://liberacronaca2.wordpress.com/wp-content/uploads/2017/11/invito.jpg?w=676)
Napoli_ L’Associazione Giorgio Ambrosoli Salerno e l’Accademia dei Parmenidei, presentano il libro “La storia di un uomo solo”, di Donato D’Aiuto – Graus Editore, in Piazza Vanvitelli 10/A, presso la libreria Mooks, il 14 novembre 2017 alle ore 18:00. Ne parlerà con l’Autore la giornalista Bianca Fasano.
L’Associazione Giorgio Ambrosoli Salerno, che tra i propri scopi associativi vanta il sostegno alla cultura e l’Accademia dei Parmenidei, che vanta gli stessi scopi culturali, presentano il libro “La storia di un uomo solo”, di Donato D’Aiuto – Graus Editore, in Piazza Vanvitelli 10/A, presso la libreria Mooks (La Libreria MOOKS Mondadori BOOKSTORE nasce come un progetto innovativo che trasforma lo store in un contenitore di cultura), il 14 novembre 2017 alle ore 18:00. Ne parlerà con l’Autore la giornalista Bianca Fasano (presidente dell’Accademia dei Parmenidei), presente alla serata l’Avv. Pasquale D’Aiuto, segretario dell’Associazione Giorgio Ambrosoli, che a nome dell’Associazione condivide l’evento.
L’Avv.to Donato D’aiuto è un giovane scrittore che si presenta al pubblico con questo libro molto particolare, suo primo lavoro letterario. Racconta la vita di
un giovane uomo, che, pur possedendo doti che gli permetterebbero di superare l’empasse di un periodo molto difficile, rinuncia a rimettersi in carreggiata, a rischiare di nuovo, bruciando la sua vita con le conseguenze dell’intossicazione per abuso di bevande alcoliche e immergendosi in uno stato di alterazione e confusione che lo conduce a vivere soltanto di rimpianti.
La giornalista Bianca Fasano, presidente dell’Accademia dei parmenidei, fungerà da stimolo, per porre in luce le caratteristiche dell’autore e le ragioni del lavoro letterario.
Il libro, Edito per la Grause Editore, è stato presentato nei mesi estivi sia a “Radio Radio”, una emittente radiofonica di Roma, che a Sapri, presso la Libreria “Il Cantuccio”, dalla giornalista Emerenziana Sinagra e nel corso dell’incontro con l’autore con la moderazione del giornalista Antonio Pesca. Chi è l’autore? Cilentano di origine, ha scelto una professione già condivisa in famiglia sia dal padre che dalla madre, per quanto riguarda l’attività di avvocato. Ha studiato a Firenze, dove ha potuto incontrare l’arte allo stato puro ed essendo favorito da forte personalità e aspetto molto amabile, riesce ad integrarsi come cittadino del parco del Cilento, ma anche in ambiti più complessi ed in aree più vaste. Sappiamo di lui che si interessa di teatro, si dedica al giornalismo (per adesso da free lance), conosce bene il suo territorio che ama percorrere anche a cavallo, da solo o in gruppo ed appare in tutto molto dissimile dal personaggio che ha voluto creare. Forse potremmo vedere che del suo antieroe possiede alcune qualità, quali l’amore per il giornalismo, ma non ne condivide affatto la tendenza ad appiattirsi nella melanconia, nel non avere il coraggio di vivere pienamente la propria vita. D’Aiuto è un giovane uomo che vive coi giovani di cui, probabilmente, conosce anche le difficoltà emotive, i disagi psicologici, la tendenza a cercare nell’alcool e nelle droghe la felicità che non riescono a trovare nel vivere quotidiano.
Chiaramente parliamo di un gruppo fortunatamente ristretto. Stiamo a vedere l’intrigante colloquio tra una giornalista di forte temperamento come la Fasano, che ha vissuto gran parte della sua esperienza attiva proprio nel Cilento e due giovani avvocati, tra cui l’autore del libro, quali effetti produrrà sul pubblico. Ci aspettiamo, da parte dei presenti, una felice collaborazione attiva con domande e attenzione sia all’autore che alle problematiche che il libro da lui scritto pone in luce.
Per l’Accademia dei Parmenidei. Angelo Buonarroti.
Da Accademia dei Parmenidei e Bianca Fasano, addì 5.11.2017